Autore: GIANMARIA FERRANTE
Editore: GRUPPO ALBATROS VITERBO
Disponibilità: IMMEDIATA
Pagine: 154
ISBN: 978-88-567-2865-1
Prezzo: € 11,50
DESCRIZIONE
Il lavoro letterario successivo, svolto per buona parte a Milano, funestato dai tristi avvenimenti che scossero la città e la Nazione fino all’assassinio di Moro e della sua scorta, venne completato e provvisoriamente accantonato in attesa di avvenimenti meno traumatici. La decisione finale di ritirarsi dalla vita attiva per dedicarsi ai propri studi ha portato l’Autore a ritirarsi in un’oasi tranquilla, al centro del Parco degli Ulivi Secolari di Puglia, dove ha potuto revisionare i lavori poetici, ultimare il suo secondo romanzo e stendere nuove sillogi che vedranno la luce in seguito.
La raccolta di poesie successiva “ Una pallida notte “ viene pubblicata dal Gruppo Albatros ( Viterbo ).
L’Editore presenta -Una pallida notte- come”…una tappa del percorso che l’Autore vuole raccontare ai lettori: un’opera che raffigura la realtà attraverso le esperienze di vita. Gli scenari che fanno da sfondo alle poesie sono ben definiti, ma spesso a questi si alternano ambienti indefiniti, onirici. L’intento dell’Autore è quello di percorrere questo viaggio attraverso luoghi che dalla città si spostano, includendo paesaggi più vasti. La silloge, infatti, è l’inizio di un più ampio progetto di ricerca continua e di raffigurazione in alcuni casi onirici della realtà.
Interessante è la lirica che fa da premessa alla raccolta: Gianmaria Ferrante, con un tono ironico ma allo stesso tempo altisonante, mette in guardia il lettore sull’opera che si accinge a leggere...
....Sul piano tematico tutte le liriche di Una pallida notte hanno dei temi che spesso l’Autore ripropone. Un primo elemento è quello del “grido”, che emerge da uno scenario immerso nel buio e nel silenzio…
All’immagine di paesaggi sospesi in una temporalità indefinita, si accompagna spesso la presenza di un falco, che sorvola i luoghi e gli scenari scarsamente popolati…
...Anche la città fa da sfondo a diverse poesie di Una pallida notte, mostrando alcuni aspetti peculiari che la contraddistinguono la presenza di persone, gente che cammina per le strade illuminate dalla luce del neon, giornate plumbee, in cui il mondo appare “intorpidito”.
In questo scenario cittadino… Gianmaria Ferrante si rivolge ad un amico senza nome né identità, affidandogli il mistero in cui è racchiuso il mondo. Alla presenza dell’amico si alterna anche una figura femminile, a cui l’Autore fa talvolta riferimento: un’amica, che Ferrante in alcuni casi definisce amica solitaria, in altri diletta. La sua presenza è avvertita come una forza, una presenza importante che ripara “all’incendio terreno”.
La città ritorna con contorni più netti e definiti nel momento in cui si parla del Duomo, che diventa sfondo per immagini crude e dai toni drammatici:il gemito soffocato proveniente da un “fagotto spento sotto i portici”,i ricordi che affiorano prepotenti nel presente e l’immagine di un uomo che decide di suicidarsi. Gianmaria Ferrante dipinge quest’ultima vicenda con un linguaggio dai toni forti, che rende di grande impatto la visione…
Ai personaggi che vivono ai margini della società, o meglio della città, si affiancano poi gli eroi, uomini che sembrano avere le fattezze consumate dal tempo, provenire da un’altra epoca…
Sul piano linguistico la silloge presenta un linguaggio molto ricercato e accuratamente selezionato…
Evidente è il richiamo alla lirica dei grandi poeti italiani e stranieri, dall’ermetismo a Ezra Pound. I riferimenti anche ad una corrente poetica più classica, come si è visto in precedenza nel lessico, testimoniano la vasta conoscenza poetica di Gianmaria Ferrante, che con questa silloge combina le diverse correnti in modo da dar vita ad una poesia completamente personale e originale.
L’assenza di schemi metrici e il ricorso a versi e strofe libere conferiscono maggiore importanza alla singola parola, che risulta in tal modo carica di valori e di significati…”
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