La Puglia, regione molto più antica rispetto al resto d'Italia, è caratterizzata da un accentuato fenomeno di erosione superficiale e sotterranea.
Vi sono fiumi invisibili, come quello che ha creato le grotte di Castellana, o selvaggi canaloni, chiamati Gravine, costellati da centinaia di anfratti e grotte, che puntano verso la costa dando vita ad una flora e fauna particolari, solo recentemente studiati, a sorgenti di acqua dolce nell'acqua salata del mare, numerose lungo la costa di Ostuni e Carovigno.
In molti si rifugiarono al loro interno per sfuggire alle invasioni, alle guerre, ai saccheggi creando abitazioni nascoste, rifugi, frantoi ipogei, luoghi di culto. Numerosi giunsero anche da Bisanzio, in fuga dalle persecuzioni; i loro dipinti, vecchi anche di 1.000 anni, testimoniano ancora oggi lo loro fede e cultura.
Le grotte delle Gravine e quelle sparse su tutto il territorio vennero frequentate fin dall'antichità. Valga per tutti la grotta dei Cervi di Porto Badisco, sulla costa a sud di Otranto, chiamata il Louvre dell'antichità, o la grotta dell'Uomo di Altamura con reperti umani talmente antichi (pare oltre 100.000 anni) da rimettere in discussione le attuali conoscenze sul passatio della Puglia, o il ritrovamento nella grotta di Santa Maria di Agnano, di Delia, una giovane donna incinta, i cui resti risalgono a circa 25.000 anni fa, conservati nella parte antica di Ostuni.
Agli appassionati riportiamo alcuni esempi di grotte, dipinti e Gravine lasciando loro piena libertà per una stimolante e fruttuosa ricerca sul posto. |